La costruzione di questa nuova chiesa è il frutto conclusivo di un lungo cammino in cui due distinte parrocchie si sono legate in una sola comunità col bisogno di raccogliersi in un unico edificio.
Già dagli anni ’90 nasce l’esigenza di creare un nuovo centro pastorale capace di unire le due anime del paese, dapprima con sporadiche celebrazioni natalizie in un unico luogo comune, poi con l ‘incarico affidato al parroco don Gigi Carrara di occuparsi di entrambe le parrocchie presenti sul territorio: S. Marco (comunemente indicata con Cavernago) e S. Giovanni Battista (Malpaga).
Le azioni pastorali così avviate, portano a creare quella sensibilità comune, presupposto necessario per manifestare un primo pensiero nei confronti della creazione di una chiesa e di un nuovo oratorio.
Le riflessioni dei Consigli Pastorali dell’epoca riportano una forte identità comunitaria legata ai campanili che, se ‘funge da collante per un verso, dall’altro diventa un problema per il cammino unitario.
Le iniziative comuni comunque procedono, visto anche lo sviluppo demografico e residenziale del Comune, che trova la sua collocazione nell’area centrale rispetto alle due parrocchie, obbligata dai vincoli monumentali.
Le aree edificate si sviluppano attorno alla grande area di 56.000 mq di proprietà del Seminario Vescovile che, all’entrata del paese costituisce uno spazio vuoto, forte occasione per pensare, in quel luogo, una struttura pubblica o religiosa necessaria alla Comunità.
Cominciano i primi contatti con gli uffici di Curia. L’allora Delegato vescovile per gli affari economici mons. Arrigo Arrigoni accompagna l’iter iniziale sin dalla metà degli anni ’90 e diviene anche grande consigliere negli anni che consegnano alla comunità, come parroco, don Camillo Mistrini (1998-2002).
Gli incontri con il vescovo Roberto Amadei e il vescovo ausiliario Lino Belotti danno un’ulteriore spinta per sensibilizzare tutti sul progetto di una nuova chiesa e un nuovo oratorio nel cuore del paese, che in quegli anni assume, a causa dell’inserimento di un considerevole numero di famiglie provenienti dai paesi limitrofi, la caratteristica di “paese dormitorio”.
Il lavoro di preparazione in tal senso, quasi sempre in sordina e scarsamente espresso e condiviso nella comunità, riceve un importante impulso grazie alla visita pastorale del vescovo Amadei nel 2002, con la sua eccezionale affermazione di riservare nell’area di proprietà del Seminario lo spazio adeguato per la costruzione del nuovo centro pastorale.
Con l’ufficialità del Vescovo e la sua legittimazione si esce da quella sorta di anonimato che agita le riunioni parrocchiali e la comunità storica (i nuovi residenti si lasciano coinvolgere poco) e il futuro incerto, e per molti versi non condiviso, appare ora più possibile.
Seguono così anni di crescente contatto con il Seminario, l’ufficio degli Affari economici della Curia e l’Amministrazione Comunale di Cavernago. Il progetto riprende forza e convinzione e, in accordo con don Sergio Paganelli, succeduto nelle parrocchie dall’ottobre 2002 fino al 2010, sfocia nella decisione di unire le due scuole materne parrocchiali in una unica scuola per l’infanzia, di proprietà del Comune: un progetto propedeutico e prima vera forma di unione delle due parrocchie. l bambini in crescente aumento confermeranno la bontà di questa scelta.
Anche dopo le dichiarazioni del vescovo Amadei nella visita pastorale, la maggioranza della Comunità rimane comunque silente e refrattaria e il percorso a ostacoli con la burocrazia, unito alle difficoltà finanziarie di un così piccolo paese, non aiuta sicuramente il cammino.
Nel giugno del 2006 comincia la costruzione della scuola materna, su quasi 6000 mq, grande porta d’ingresso agli 11.000 mq confinanti su cui sarebbe dovuto sorgere il nuovo centro pastorale, finalmente divenuti proprietà di ambedue le parrocchie, San Marco e San Giovanni Battista. Seguono però alcuni anni di stasi: tutto sembra fermarsi alla sola costruzione della Scuola dell’Infanzia e non procedere oltre. Nel 2010 il vescovo Beschi destina come parroco delle due comunità don Enrico Mangili e gli affida anche il compito di riaprire la riflessione sul nuovo centro pastorale, al fine di giungere a una decisione definitiva, in un senso o nell’altro.
Nel settembre 2011, il nuovo Consiglio Pastorale – formato da esponenti di entrambe le parrocchie – riprende la questione. Ogni membro del Consiglio inizia la valutazione con una propria idea in merito, ascolta e raccoglie un numero più o meno grande di pareri di altre persone, riflette sulla realtà, sia parrocchiale che territoriale. I contributi di tutti sono poi messi in comune e valutati attraverso una griglia capace di raccogliere gli argomenti a favore, quelli contro e tutti i rischi e le opportunità che si sarebbero presentati sia il Consiglio, a larga maggioranza, decide la realizzazione del nuovo centro pastorale. Diverse le motivazioni che hanno portato alla scelta. Primo su tutti il consiglio di ben due Vescovi (monsignor Amadei prima e monsignor Beschi poi) intraprendere la costruzione di un nuovo centro pastorale (con l’aiuto economico dato dalla donazione del terreno), consiglio dato dopo aver conosciuto meglio comunità e valutato ciò che poteva esse di maggior aiuto per farla diventare più unita e vivace, dando la possibilità di superare i distacchi ancora presenti tra due parrocchie, causati anche della collocazione delle stesse agli estremi del paese. La collocazione di un Centro Pastorale nel cuore del paese avrebbe inoltre avuto come conseguenza il recupero, innanzitutto simbolico, del centro del paese, da tanti visto semplicemente come un “dormitorio” oltre che creare un luogo di preghiera, chiesa, ma anche un oratorio, ade all’attuale dimensione del paese e alle esigenze delle “nuove generazioni”.
Infine, la nuova struttura poteva essere una concreta manifestazione del cammino di comunione intrapreso dalle parrocchie, luogo in cui far convergere e promuovere proposte e iniziative per tutti. Un luogo inoltre capace di dare a tutti uno spazio per essere presenti alla comunitaria senza differenze e pregio di origine e occasione per favorire l’accesso delle nuove famiglie, che non si riconoscono nelle comunità attuali, alla parrocchiale.
Le preoccupazioni e le titubanze riguardano quasi esclusivamente l’aspetto economico, vista anche la situazione economica che investe tutta l’Italia, esse sono però ritenute superabili, vista la copertura possibile delle spese e la programmazione di un piano finanziario realistico.
Per l’elaborazione del progetto si decide di indire un bando di concorso a inviati, contattando persone che avevano già svolto lavori riguardanti chiese o oratori. Si decide, inoltre, di non legare necessariamente il progetto vincitore del bando di concorso e quello da realizzare praticamente. La decisione sembra opportuna per non rimanere strettamente vincolati ai progetti presentati.
ll 18 ottobre 2012, si riunisce la Commissione Giudicatrice del “Concorso d’idee ad inviti”, formata da membri del Consiglio Pastorale, da due architetti esterni e da un liturgista.
I lavori della Commissione si sono svolti nel rispetto dei criteri fissati dall’art. 12 del Disciplinare di gara, secondo cui la giuria si esprimerà in base ai seguenti criteri: a) qualità formale del progetto; h) qualità funzionale, pastorale e liturgica; c) accessibilità e viabilità; d) sostenibilità paesaggistica, ambientale, energetica; e) valutazione e sostenibilità economico-dimensionale.
L’11 dicembre 2012, dopo ampia e approfondita discussione dei tredici progetti consegnati e ammessi al concorso, la Commissione decide all’unanimità di la sciare in gara quelli con i cinque punteggi maggiori. I progetti restano esposti per un mese, al fine di permetterne la visione e la valutazione da parte della comunità.
Il 14 febbraio 2013, viene operata una nuova valutazione tra i progetti rimasti in gara e viene decretato il vincitore del bando di concorso.
In diversi incontri successivi il Consiglio Pastorale giunge alla decisione di ratificare la scelta operata dalla Commissione e di realizzare concretamente il progetto vincitore del bando di concorso.
Il periodo compreso tra l’aprile 2013 e il gennaio 2015 vede il confronto con gli uffici di Curia, complicati da alcuni cambi al vertice, da nuove modalità procedurali che ne hanno allungato i tempi per modifiche strutturali al progetto, in termini di dimensioni, al fine di renderlo economicamente sostenibile e dalla definizione dell’aspetto liturgico e artistico, nel confronto con gli uffici della CEI di Roma. Domenica 17 gennaio 2016 il vescovo Beschi celebra la posa della prima pietra e 1’11 marzo 2018 consacra la chiesa del nuovo centro pastorale e inaugura i locali dell’oratorio.